Pensieri, parole, opere e omissioni di una scrittrice in erba,
una copywriter freelance in tempo di crisi, una spiantata trapiantata a Lecco.
La canzone della corsa.
Tempo addietro sostenni esserci una musica giusta per ogni occasione. E mi ero riproposta di suggerire la colonna sonora ideale per accompagnare ogni momento, ogni fase e ogni stato d’animo. Ho cominciato con la canzone della buonanotte. Poi, non ho continuato. Lo faccio ora, con la canzone della corsa.
Inutile dire che correre è già di per sé un’attività catartica. Che però, in certi casi, necessita di un incoraggiamento. E la musica batte il tempo, segna il passo, ti dice un-du-tre e ti fa andare avanti. Forse alcuni runner puristi storceranno il naso e pure la caviglia. Obietteranno che bisogna ascoltare i suoni della natura e il silenzio e il proprio respiro e bla bla bla. Personalmente, senza musica non corro. In particolare, senza questa:
- Asian Dub Foundation, Flyover (dall’album Tank)
- Gwen Stefani & Andre 3000, Long way to go (album Love. Angel. Music. Baby. di Gwen)
- Black Eyed Peas, Pump it (dall’album Monkey Business)
Il tutto in ordine crescente di commercialità per una corsa di 12 minuti e 4 secondi. Non lunga, certo, ma molto intensa.
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