Una mia amica d'infanzia crucca mi ha elargito una poesia da leggere nei momenti bui. Ecco, tipo questo.
Ein kleines Gedicht von einem Wicht.
Es ist weise und bringt Gleichgewicht:
Überlass es der Zeit
Erscheint dir etwas unerhört,
Bist du tiefsten Herzens empört,
Bäume nicht auf, versuch's nicht mit Streit,
Berühr es nicht, überlass es der Zeit.
Am ersten Tage wirst du feige dich schelten,
Am zweiten lässt du dein Schweigen schon gelten,
Am dritten hast du's überwunden,
Alles ist wichtig nur auf Stunden,
Ärger ist Zehrer und Lebensvergifter,
Zeit ist Balsam und Friedensstifter.
Theodor Fontane
Io l'ho tradotta così:
Una poesia piccoletta,
da un folletto.
È così saggia, che dell'equilibrio
essa ti porta la ricetta.
Dovesse succederti qualcosa di inaudito,
fossi indignato nel profondo del cuor,
non irritarti, non tentar con lo scontro,
non toccar niente, abbandona tutto al tempo.
Il primo giorno condannerai la tua viltà,
il secondo lascerai valere il tuo silenzio,
il terzo l'avrai superata;
tutto è importante solo per ore,
la rabbia consuma e avvelena la vita,
il tempo è balsamo e fonda la pace.
Come dire, un'ode alla rassegnazione, all'inerzia, al fatalismo, alla pazienza cristiana. Non è da me vero? Infatti non sono mica tanto in me.
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