A Christmas Carol. Due fratelli.

Due fratelli. La notte di Natale.
Seduti ad un tavolo di cristallo.
In mezzo ai loro sguardi che giocano a squash, una bottiglia di Barolo.
Nel mobile, molto altro vino li aspetta, per una scommessa.
Hanno scommesso che uno di loro quella notte sboccherà. A costo di finire tutto il vino che c’è in casa.
Hanno scommesso quattro pizze. Ma, probabilmente, anche qualcosina in più. Tipo: il predominio.
Sono tutti e due ubriachi. Uno più, uno meno.
Il minore è quello più: blatera, straparla in vino veritas. Dice quello che più gli viene dal cuore senza freni inibitori e senza remore: “Non devi parlare finché io non smetto di parlare. Io ti metto a letto che tu neanche te ne accorgi.”
C’è una lotta. Intestinale, subconscia, clandestina.
“Io ti metto a letto quando voglio”, ripete.
Il maggiore risponde “Vediamo” e in testa c’ha solo vincere la scommessa e bersi un bel Barolo, che ormai è stato aperto da suo fratello in un impeto di ubriacatura.
In risposta il fratello più piccolo e più ubriaco sbraita: “Ma guardala là, quella”, indicando la morosa che è collassata sul divano, “io non c’ho sostegno morale”.
Due bicchieri e una quantità innumerabile di stronzate dopo, imita la fidanzata, e crolla a terra. Per una qualche decina di secondi si pensa al peggio. Ha ceduto.
Meno tre, meno due, meno uno. Il fratello al tappeto non si rialza, ha perso, no, come non detto, si riscuote, ha un inaspettato impeto di vita, parla perfino: “Io ti mando a letto te, cosa credi?”
Si rialza e chiede di aprire una seconda bottiglia. È ancora in gioco, può ancora farcela. Poi l’altro in questi secondi ha continuato a bere…
Si passano in rassegna le varie annate e etichette della mini-cantinetta del mobile del soggiorno. Si sta per decidere la bottiglia, quando il fratellino più ubriaco si alza verde in faccia facendo strane smorfie con la bocca. Va di là e si sente distintamente rumore di vomito.
Il meno ubriaco trionfa, è il più grande. “Lo sapevo. L’ho fatto per dimostrargli che non deve scommettere, soprattutto quando non è sicuro, che non deve buttare un Barolo.” Ma l’altro torna al tavolo. E ricomincia subito: “Tu hai vinto, allora io mi lascio andare.”
“Il tuo subconscio sta prendendo piede” fa il meno ubriaco, che vista la frase pronunciata sta evidentemente raggiungendo il tasso alcolico del fratellino. Cerca di convincerlo a non continuare.
“Adesso andiamo a letto, M.?”
“Mmm.”
“Non dovevi scommettere M.”
“Mm. Cos’è che ti devo?”
“Quattro pizze. E in più hai buttato un Barolo.”
“C’hai ragione D.”
“Andiamo a letto M.?”
M. non risponde. Già dorme.

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