Si chiama Volver perché torna.









In Volver torna tutto. Tornano i destini dei genitori, che ricadono inesorabili sui figli e sui nipoti. Tornano i morti, a saldare i debiti pendenti; e tornano i vivi, risalendo controcorrente i fiumi che li hanno portati via dai paesi natii. Tornano i volti del passato, quelli di chi solo può sapere e può capire. Perché c'era. Tornano le colpe mai espiate e le eredità mai riscosse. E soprattutto torna una sceneggiatura che non lascia nulla al caso, che fa vivere, in un microcosmo autarchico, un piccolo mondo fatto di omertà, pettegolezzo e incommensurabili segreti. Di baci, abbracci e vendette. Di amore filiale e di incesto. Di "tutto è sulla bocca di tutti", ma "tutto resta in famiglia".
Insomma, Almodovar ha fatto Volver tutto. Troppo?

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