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..."La famiglia Manzoni" di Natalia Ginzburg.
Vuoi per prepararmi alla visita di casa Manzoni, che mi attende viste le mie frequentazioni lecchesi.
Vuoi per conoscere la personalità di un autore che, contrariamente a quello che la scuola italiana insegna, non equivale a quella di un suo busto in marmo.
Vuoi, infine, perché mi attrae la prosa della Ginzburg. Mi piace quel suo stile da "finta tonta" (così è stato definito da Oreste Del Buono). Quello di chi guarda al mondo con occhi di bambina, senza predicare, senza condannare o assolvere nessuno. Insomma, il contrario del vate Alessandro.
Che, per una dura legge del contrappasso, in questo romanzo, passando da narratore a protagonista, viene messo completamente a nudo:
e chi lo sapeva che Manzoni fosse un nevrotico? Che aveva il terrore dei temporali? Che passava giornate intere in preda alle vertigini? Che bastava un nonnulla per scaternarne l'angoscia? Altro che busto in marmo.

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