Di deficienti, si sa, c'è sempre stata abbondanza.
In questi giorni si è parlato tanto di uno in particolare, un prete, o meglio un pastore della Florida, che ha tenuto banco per aver minacciato di bruciare una copia del Corano nell'anniversario dell'11 settembre. Lo brucio, no non lo brucio più, guardate che lo brucio, e va bene, lo brucio.
A prescindere da cosa accadrà domani, io non ce l'ho con lui. Come si potrà facilmente evincere, il Signore non ha dotato di intelletto tutti in egual misura, a maggior ragione se trattasi di preti.
Ripeto, non ce l'ho col deficiente in questione, deficitario di tolleranza, buon senso, amore cristiano. Ce l'ho con le agenzie di stampa, i direttori di giornali, e chiunque abbia contribuito a montare questo caso mediatico che ha monopolizzato per 10 giorni le televisioni, i giornali, le testate web mondiali.
Ogni giorno si alzano miliardi di deficienti, che hanno tutto il diritto di bruciare un libro in giardino, strappare la foto del Papa, mangiare feci canine, volendo. Ma coloro che propagandano la notizia – mettendola prima di tante altre, forse più interessanti e utili per l'umanità – e la portano alle orecchie di altri deficienti, magari incavolati e/o armati, hanno una responsabilità, e una colpa, enorme. E per costoro la parola deficiente è purtroppo deficiente.