Oggi perfino la mia banca s'è ricordata di me. "La sua banca le augura un buon compleanno”, proclama lo schermo del bancomat prima di erogarmi le banconote. Che bel pensiero, la mia banca sì che è differente. Se voleva far davvero l'alternativa poteva però spararmi fuori un centone in più. O per un giorno pagarmi gli interessi sul conto, visto che ormai non si rosica più nulla. Ma non facciamo polemica. Basta con questo disfattismo. A 30 anni ci siamo arrivati e fin qui, come dire, tutto bene. Bisogna ringraziare anzi, per la salute, la famiglia, l'ammore, frate sole e sora luna e per tutte le persone lontane che oggi mi sono state vicino con un pensiero, in questo presunto ingresso nell'età adulta.
Per una che è nata vecchia come me, non è un gran passo. E non mi fa voglia di fare bilanci, che voglio dar peso solo alla leggerezza. Ma in generale penso, sì, penso ancora molto, anche qui in questa riserva indiana dell'eden che si chiama penisola sorrentina.
Penso alla ginestra di Leopardi che ho visto ieri sulla bocca del Vesuvio.
Al guardiano abusivo dei cessi chimici, che ha smesso di fare il webmaster perché gli conveniva di più dire tutto il giorno: signurì, vulite nu' fazzolett' umidificat'?
Penso alle due dodicenni oggi in posa sullo scoglio accanto al mio, di fronte alla macchina fotografica del proprio papi (nel senso di padre anagrafico): un misto tra il mood di un set pedopornografico, le espressioni di immobilismo estatico di un fotoromanzo anni '80 e i montaggi filmati del Grande Fratello con le immagini di rievocazione storica, tutte ralenti, delle vicende degli espulsi dalla Casa.
Penso, quindi, che non sono sicura di non abortire, se avessi una figlia femmina.
Penso, di converso, che pure crescere un maschietto oggi sia un'impresa ardua.
E poi, in ordine sparso, penso: al mio sottosegretario alla giustizia, di cui mo' mo' si stanno decidendo le umane sorti e progressive; all'ancor più vacillante presidente della camera; penso a personaggi di altra caratura. Come tutti i Byron, i Goethe e gli Ibsen che hanno soggiornato su queste rive, forse anche loro irresistibilmente attirati dalla voce dello speaker dello spot dell'italico ministero del turismo.
Penso a questa immacolata terra sorrentina dove c'è più polizia perfino che a Lecco, perché la delinquenza, la droga, forse anche la camorra, si confinano oltre, dove i turisti non possono vedere. Oltre la penisola, nell'altra penisola, la Magica Italia.
Penso, penso troppo come al solito. E pensare fa male. Ma proprio male. Pensare fa male come leggere, come studiare, come fare un lavoro regolare, pagare le tasse e le banche. Per 30 anni.